C’ho provato scrivendo software, articoli, libri, preparando slides, seminari…
Adesso ci provo con il teatro.
A fare cosa? A stimolare la riflessione sul tema generale: visto che la tecnologia digitale è dovunque, si può usare anche per imparare e di conseguenza insegnare meglio? Poi resta da capire quale tecnologia, fatta come, di chi, quando… perché le tecnologie non sono tutte uguali, hanno obiettivi, costi, effetti collaterali, eccetera.
Perché il teatro?
L’idea è che quando si toccano punti sensibili (come il rapporto tra genere e professione, o tra autonomia e facilitazione) non basta dare le informazioni ed enunciare i concetti. Occorre far sentire a ciascuno le implicazioni emotive di quelle informazioni, dal di dentro per così dire. Altrimenti, le parole scivolano via.
E cosa c’è di meglio dell’identificazione con un personaggio sulla scena? Quando le paure che sentiamo, ma non abbiamo il coraggio di riconoscere, vengono invece espresse da un personaggio, ci viene voglia di dire “anch’io!” e smettiamo di vergognarcene. A quel punto anche le riflessioni fatte ad alta voce dal personaggio possono essere prese sul serio, valutate, adattate alla propria situazione e, chissà, fatte proprie.
Quindi teatro.
In un’area del mio sito web ho iniziato a raccoglere i copioni teatrali che ho scritto sperando di informare anche emozionando. Non hanno pretese di essere capolavori drammaturgici. Sono copioni pensati soprattutto per un pubblico scolastico (studenti e/o insegnanti, dirigenti, ma anche famiglie).
I primi due copioni:
- Hello, Ada! (una biografia di Ada Lovelace, ectoplasma digitale)
- Un Robot per Insegnante (avventure oniriche di un docente alle prese con l’introduzione dell’IA a scuola)
Possono essere messi in scena da compagnie teatrali amatoriali o di professionisti, o persino dagli stessi docenti al termine di un laboratorio teatrale; o magari da studenti già grandicelli.
I testi sono in continua evoluzione, grazie ai suggerimenti di chi li legge, all’esperienza di chi li mette in scena. Così non esiste un PDF da scaricare, ma bisogna leggere il copione online nell’ultima versione disponibile.
I copioni sono pubblicati con licenza Creative Commons BY/SA/NC
CC BY/NC/SA
Il che significa che possono essere usati gratuitamente, modificati e adattati senza problemi, lasciando intatto il riferimento all’autore.
Però, per scoraggiare motori di ricerca e LLM, il testo è protetto da una password che fornisco a chi me la chiede. Così sono anche al corrente dei tentativi di messa in scena, cosa che mi farà enormemente piacere.
