Categoria: code

  • Linguistic Divide

    Sto partecipando al laboratorio online di Critical Code Studies gestito ogni due anni dall’HACCSL (Humanities and Critical Code Studies Lab) dell’Università della California del Sud. Non è un laboratorio per nerd, i partecipanti sono spesso artisti, docenti di letteratura, ricercatori, di un po’ ovunque nel mondo.Tra le attività proposte c’era quella di scrivere una poesia…

  • MAIUSCOLE. Piccola lezione di Critical Code Studies

    I Critical Code Studies sono un insieme di discipline che si propongono di studiare il codice sorgente dei programmi come artefatto culturale, cioè non come macchina ma come opera pienamente umana, nata in contesti determinati e frutto del momento, del luogo, delle persone. Per fare questo non si limitano a ricostruire la genesi del codice,…

  • Intellig-enti

    Parto invitandovi a leggere questo articolo di Wired in cui Andrea Indiano dà conto della moda recente di usare generatori automatici di immagini a partire da testo per “arredare visivamente” clip audio. I generatori di immagini da una descrizione (txt2img) sono un po’ l’inverso dei software che riconoscono soggetti all’interno di foto. Questi ultimi sono…

  • Sotto il vestito, il codice

    Digitale ovunque. Nella scuola, nel lavoro, nel divertimento. Digitale come servizio, come risorsa a disposizione di tutti, appena girato l’angolo di Google. Tempo fa1 scrivevo che ci sono tre miti che circolano sulla rete: 1) che sia un ambiente naturale, 2) che le risorse che offre sono gratuite e 3) che siano infinite. Un supermercato…

  • Hello, world!

    “Hello, world!” è uno dei luoghi comuni dell’universo della programmazione, nel senso di uno dei topic fondamentali, conosciuti magari solo superficialmente, ma su cui si ritorna in continuazione. Raccontare dell’origine di “Hello, world!”, e poi andare a cercarne le presenze nella cultura contemporanea, è un buon modo per fare un tuffo in questo mondo e…

  • Garibaldi e i linguaggi napoleonici

    Garibaldi e i linguaggi napoleonici

    I programmatori, a differenza degli eroi, sono persone normali, anche se a volte non sembra. Come tutte le persone normali hanno preferenze, fastidi, passioni, fobie. Queste idiosincrasie del tutto umane vengono applicate ai linguaggi di programmazione, agli strumenti per scrivere programmi, agli stili in cui si scrivono. Per questo, forse, sono stati creati così tanti…

  • Pensiero computazionale sì o no? Boh, dipende dal linguaggio.

    Una delle motivazioni dietro la spinta all’introduzione della programmazione dei computer in giovane età (=coding) è quella per cui questa pratica insegna il pensiero computazionale, che è un modo di affrontare i problemi in maniera scientifica. Anche se Jeannette Wing si è affannata a dire che non si tratta di insegnare ai bambini a pensare…

  • Tecniche e tecnologie per la fantasia

    Fantasia e tecnica non vanno d’accordo, si direbbe. Meno ancora fantasia e tecnologia: se c’è una, scompare l’altra. Quando entra in campo la tecnologia, il libero gioco dell’immaginazione dove va a finire? Però, però… La tecnica del sasso nello stagno è descritta da Gianni Rodari nel secondo capitolo della Grammatica della Fantasia, come parte dello…

  • Caso amico ti scrivo

    Il ruolo del caso nella sperimentazione è fondamentale. Lo sanno gli artisti, che l’hanno usato come motore di generazione di opere. Basta andarsi a riprendere gli esempi di Queneau, di Calvino, dei dadaisti.Ma a me il caso interessa come strumento didattico, di didattica della lingua e delle letteratura.Per la precisione, come strumento che mette in…

  • Ambiguità felice dei linguaggi

    C’è una barzelletta che gira da tempo sui programmatori, esseri inadatti al mondo reale. Dice così: La mamma dice a Pierino: vai al mercato e compra 2 litri di latte. Se ci sono le uova, comprane 6. Pierino va e torna con 6 litri di latte. La mamma: Perché hai comprato 6 litri di latte?…