Valutazione di un gruppo di apprendimento online

Ho letto su un quotidiano nazionale: “Stentano a decollare, invece, le verifiche online: solamente 1 su 4 ha già sperimentato interrogazioni o compiti in classe da remoto. ” Potrebbe essere utile allora ricordare che differenza c’è tra verifica e valutazione, e sottolineare che la valutazione dell’apprendimento online NON è la valutazione online dell’apprendimento.

Introduzione

Un interesse sempre maggiore si concentra attorno ai temi della valutazione delle performances di studenti (adulti e ragazzi) che partecipano ad attività di formazione a distanza, e più in generale intorno alla questione della valutazione di tutto il processo della formazione online.

La questione è oggi in Italia di estrema attualità, in un momento in cui operazioni istituzionali su larga e larghissima scala rendono la formazione a distanza una metodologia concreta e praticabile e non solo un oggetto di ricerca.

D’altro canto, la globalizzazione del lavoro produttivo, oltre che dei prodotti, porta ad una migrazione di studenti e professionisti da un Paese all’altro, il che a sua volta comporta la necessità di certificare competenze (per esempio quelle informatiche: vedi ECDL, EUCIP, MOUSE etc.) in maniera omogenea, attraverso procedure di attribuzione di crediti oggettive e standard, sia in presenza che a distanza.

A questa richiesta di valutazione non corrisponde però ancora – per quel che ci risulta – una pratica evoluta di valutazione online. Al di là della verifica attraverso test a risposta chiusa che ogni piattaforma e-learning propone, e al di là del relativo report dei punteggi raggiunti dai singoli corsisti, non pare ci sia disponibilità di strumenti più raffinati; e questa limitatezza non può non essere percepita da un formatore professionista, che spesso considera – a ragione – la valutazione come l’anello debole dell’e-learning.

La ragione principale di questa diffidenza verso la valutazione online è la ristrettezza dell’orizzonte del valutatore, che ha a disposizione pochi dati, e solo di tipo quantitativo. Un docente abituato a giudicare complessivamente un studente come persona ha certamente delle difficoltà di fronte ad un nome collegato con una serie di numeri, senza un volto cui poterli riferire.

In particolare, questa difficoltà è sentita nelle discipline umanistiche, settore in cui le stesse prove oggettive hanno molta difficoltà ad imporsi anche in ambito tradizionale.

Le prove di valutazione oggettiva

I dati utilizzati per la valutazione a distanza sono di solito ristretti al numero di accessi, al tempo di connessione e ai punteggi ottenuti nelle prove oggettive; dati che vengono – probabilmente a ragione – considerati insufficienti sia per una valutazione dell’apprendimento dei singoli studenti, sia per una valutazione complessiva, relativa all’andamento di tutta la classe e del corso online nel suo complesso.

Più in generale, ci sono due limiti evidenti di questo tipo di prove.

1. Raramente nei corsi online sono previsti moduli per l’esecuzione di prove che tengano effettivamente conto del fatto che lo studente si trova nel momento del loro svolgimento davanti ad uno schermo di computer connesso ad Internet. Questo fatto non è necessariamente un limite, ma può essere una risorsa se inserito esplicitamente nelle prove.

2. Le prove previste sono di solito rigorosamente individuali. Si potrebbero però immaginare prove oggettive in cui la strategia risolutiva deve tenere conto dei dati parziali forniti dagli altri corsisti. Per esempio, un test di lingua potrebbe basarsi, anziché su dialoghi fittizi, su dialoghi reali tra corsisti connessi in chat. Oppure, un problema complesso potrebbe richiedere la scomposizione in sottoproblemi affidati a corsisti diversi e risolto mediante un ambiente di collaborazione via web.

Sono proprio queste due caratteristiche – la connessione e la collettività – che invece secondo noi fanno la specificità dell’e-learning rispetto alla formazione in presenza o all’uso di app per l’apprendimento individuale. Ignorare questi aspetti nella progettazione dei corsi (e quindi nella progettazione della loro valutazione) è mancare un’opportunità importante di comprensione di un processo complesso come quello di un corso online.

È almeno possibile che anche nell’e-learning – dove i dati relativi alle performances degli studenti sono sempre registrati dalla piattaforma – non sia necessario prevedere dei momenti di arresto e di valutazione esplicita: il tutor umano, nel seguire il cammino dello studente e attraverso l’analisi dei suoi comportamenti globali (unità visitate, interazioni con gli altri corsisti, richieste d’aiuto), potrebbe suggerirgli esplicitamente percorsi alternativi o fornire informazioni ulteriori, possibilmente fornendo allo studente tutte i dati su cui si è basato per la decisione.

Cos’è la valutazione online

La valutazione non va intesa come un’analisi che viene fatta a posteriori né come un elemento aggiunto dall’esterno: essa è un aspetto connaturato a qualsiasi processo educativo in quanto vuole rendersi qualitativamente sempre più efficace. Questo vale in misura ancora maggiore per la valutazione dell’apprendimeno online.

Le premesse fondamentali da cui partiamo qui sono tre:

– l’apprendimento del gruppo è qualcosa di diverso dall’apprendimento dei singoli componenti. Un gruppo in apprendimento è in qualche modo un organismo, con i suoi ritmi, le sue strategie, il suo percorso, che non sono ricostruibili semplicemente a partire dalla somma di quelli dei partecipanti. Le competenze di un gruppo non sono uguali alla media delle competenze dei singoli: un gruppo può essere capace di svolgere compiti che i singoli separatamente non sono in grado di affrontare;1

– la valutazione dell’apprendimento del gruppo2 (attraverso un’analisi di tutti i dati disponibili), pur non sostituendo quella del singolo corsista, consente di ottenere delle informazioni fondamentali per la ri/progettazione del corso e la gestione della didattica. La natura del digitale è tale da permettere – e anzi richiedere – un continuo adattamento di un corso online, che non è un oggetto fissato una volta per tutte come un manuale, ma viene co-costruito dal docente insieme ai corsisti; questo processo dinamico collettivo ovviamente non può non tenere conto dei risultati della valutazione (e dell’autovalutazione) del corso;

l’analisi dei testi prodotti all’interno dell’ambiente di apprendimento, che siano testi stimolati dal tutor per essere oggetto di valutazione o testi spontanei, è fondamentale. La tonalità affettiva di fondo del corso, il clima (positivo o negativo) che si è creato, la disponibilità dei corsisti alla cooperazione, sono tutti elementi valutativi che ogni docente utilizza per “aggiustare il tiro”, per modificare la propria strategia didattica in corso d’opera; ed è proprio dalla lettura dei messaggi, dalla partecipazione alla chat, dalla lettura dei documenti inviati dai corsisti che il tutor online trae gli elementi di giudizio.

Dati e tipi di analisi

A causa della sua caratteristica di spazio virtuale pubblico, dove tutto ciò che avviene ha natura digitale, una piattaforma per l’e-learning conserva tutti i dati relativi a ogni tipo di interazione (tra studente e materiale didattico, tra studente e studente, tra studente e tutor, etc). Mentre nella formazione tradizionale il docente deve decidere quali dati archiviare e quali, invece, lasciare che vadano persi, una piattaforma e-learning registra quasi ogni “mossa” dello studente, dal momento in cui si registra come utente della piattaforma; il problema è ovviamente la quantità di tempo, e gli strumenti di analisi, necessari per leggere e interpretare questi dati.

La registrazione di dati bruti non si traduce automaticamente in una disponibilità degli stessi dati in un formato usabile da parte dei docenti preposti alla valutazione. Perché i dati siano significativi, occorre che siano archiviati e organizzati in maniera intelligente e funzionale agli scopi.

Prima di tutto, è utile che le piattaforme forniscano dei report completi delle attività dei corsisti, ai corsisti stessi oltre che ai docenti.

Ogni piattaforma e-learning che si rispetti permette almeno al tutor di avere accesso ad un report che mostra per ogni studente:

– il tempo trascorso online, globalmente e nei singoli ambienti

– il numero di connessioni nell’unità di tempo (settimana, mese), e il loro orario

Ma un report di tutti i dati quantitativi disponibili dovrebbe includere:

– il numero e il tipo di nodi visitati

– il numero e il tipo di collegamenti tra nodi attivati

– il numero e il tipo di elementi multimediali attivati

– il numero di contributi originali inseriti (direttamente nel corso, dove ciò è possibile, o nel forum etc)

– l’ampiezza dei contributi inseriti

– il numero di comunicazioni al tutor (email, messaggi interni) e dal tutor

– il numero di comunicazioni ai colleghi corsisti

etc

E c’è ancora un altro tipo di dati registrati dalla piattaforma che potrebbero essere resi disponibili in una forma sintetica al tutor e agli studenti, e cioè quelli relativi ai contenuti della comunicazione linguistica tra gli studenti, e tra gli studenti e il tutor:

– i testi dei messaggi diretti inviati al tutor (richieste di aiuto, di chiarimento, …)

– i testi dei messaggi diretti inviati agli altri studenti (interpretazioni, proposte di lavoro, …)

– i nuovi testi inseriti dagli studenti tra i materiali del corso

– le note e i commenti apposti alle unità del corso

– i testi degli appuntamenti in agenda

– i testi delle chat

Questi testi nel loro complesso costituiscono un patrimonio fondamentale di proprietà del gruppo d’apprendimento. Se mai dovesse affermarsi l’idea di un “e-portfolio di classe”,3 questo corpus ne farebbe parte integrante.

Anche se probabilmente ogni tutor già utilizza tali testi (in maniera più o meno consapevole) durante lo svolgimento del corso per una valutazione qualitativa, la possibilità di effettuare un’analisi quantitativa attraverso strumenti adeguati renderebbe il loro compito più semplice ed efficace. I risultati dell’analisi sarebbero cumulabili nel tempo e standardizzabili. Sarebbe cioè possibile tracciare una “curva modello” del percorso tipico d’apprendimento di un certo corso online (vedi infra).

Se ognuno di questi dati, presi singolarmente, può risultare abbastanza sterile dal punto di vista della valutazione, incrociati invece possono consentire di evidenziare degli aspetti importanti dell’andamento del gruppo di apprendimento (vedi infra), in particolare rispetto a tre dimensioni fondamentali della valutazione:

  • il grado di partecipazione, di interazione e comunicazione tra i partecipanti
  • il grado di adesione al patto formativo e alle regole del gruppo
  • il grado di interesse per il contenuto del corso

In questo tipo di analisi l’oggetto della valutazione – come sarà ovvio per il lettore – non è più il singolo corsista ma il gruppo classe nel suo complesso.

Purtroppo questo tipo di analisi estemporanea è di solito affidata completamente alle capacità soggettive del tutor, e non è cumulabile nel tempo né standardizzabile.

Sarebbe preferibile avere la possibilità di effettuare un’analisi quantitativa, o ancora meglio più tipi di analisi quantitativa.

[…]

Il modello di Evoluzione Normale del Gruppo d’Apprendimento

Chiamiamo Evoluzione Normale Gruppo d’Apprendimento il percorso che un gruppo d’apprendimento (online) dovrebbe seguire in condizioni ottimali.

L’idea chiave è che, a prescindere dall’applicazione di strumenti di verifica di competenze sui singoli partecipanti, sia possibile monitorare il buon andamento di un gruppo d’apprendimento analizzando i suoi prodotti testuali se ci si basa su un’ipotesi di andamento ottimale del gruppo al quale ogni concreta edizione di un corso si approssima più o meno.

Questo modello prevede che un gruppo in apprendimento non resti statico ma abbia un’evoluzione in quanto gruppo; che questa evoluzione porti il gruppo a controllare sempre meglio il proprio rapporto con l’ambiente educativo in cui si trova (costituito dalla piattaforma, dali materiali del corso, dagli strumenti di interazione che sono a disposizione).

Il controllo acquisito si esprime in una mutazione percepibile sul piano linguistico. Il pratica, il gruppo evolve da una situazione di partenza A in cui:

  • l’interazione linguistica utilizza termini impropri, presi dal linguaggio comune,
  • ha come oggetto le difficoltà comunicative
  • si concentra sul linguaggio, sui termini anziché sui fatti
  • procede per richieste continue

ad una situazione-limite Z (non necessariamente raggiunta alla fine del corso…) in cui:

  • il discorso utilizza termini specialistici corretti
  • si concentra sulle regole e sulla loro applicazione
  • propone nuovi elementi informativi
  • riflette sul lavoro fatto insieme
  • esprime una soddisfazione generale per le attività svolte.

[…]

Il punto chiave di tutte queste analisi, lo ripetiamo, è lo spostamento del focus dal singolo corsista al gruppo di corsisti o a tutta la classe.

L’apprendimento del gruppo è qualcosa di diverso dall’apprendimento dei singoli componenti. Un gruppo è in qualche modo un organismo, con i suoi ritmi, le sue strategie, il suo percorso, che non sono ricostruibili semplicemente a partire dalla somma di quelli dei partecipanti.

Di conseguenza, la valutazione dell’apprendimento del gruppo consente di ottenere delle informazioni fondamentali per la progettazione e la gestione della didattica.

E naturalmente le relazioni che si creano all’interno del gruppo, lo scambio di informazioni esplicite ed implicite tra i partecipanti, la consapevolezza condivisa dell’apprendimento diventano oggetti fondamentali per questo monitoraggio del cammino di un gruppo in apprendimento in quanto percorso di evoluzione in termini di linguaggio (lessico, strutture), di modalità di interazione, di consapevolezza a prescindere dalle competenze apprese dai singoli.

[…]

Conclusioni

Infine, per dovere di completezza, dobbiamo citare il problema ancora aperto della valutazione del corso nel suo complesso. Finché la valutazione verrà confusa con la verifica, continueremo a ignorare il fatto che la misura dell’apprendimento del singolo studente è un elemento di un processo valutativo più complesso che ha per oggetto tutto il processo educativo, e che coinvolge tutta la classe, ma anche il docente, le risorse dell’istituto scolastico, l’organizzazione degli spazi e dei tempi. D’altra parte anche i manuali di valutazione scolastica più recenti insistono sul fatto che la valutazione sistematica del processo formativo è fondamentale ai fini della buona progettazione educativa.

Se questo è vero in presenza, a maggior ragione un progetto di formazione a distanza – ancora per certi versi così fragile nella metodologia e incerto nei risultati – non può esimersi dal comprendere la valutazione come un suo momento fondamentale. La questione valutativa è cioè cruciale per l’e-learning forse ancor più che per altre forme di educazione/apprendimento: laddove nella formazione in presenza ci sono molteplici forme di controllo (e motivi diversi di stimolo per gli studenti), nell’e-learning la possibilità di seguire, monitorare, verificare e insomma valutare l’intero processo tramite i dati forniti dalla piattaforma è l’unico strumento di gestione della didattica.

Ma c’è un’altra ragione: in una prospettiva costruttivista, qual è quella che assumiamo implicitamente qui, non è possibile non riconoscere un ruolo attivo dello studente non solo nella creazione dei propri schemi mentali, ma fino alla modifica dell’ambiente (digitale) nel quale apprende. Significa riconoscere che apprendere non è solo adattarsi, ma anche adattare l’ambiente.

L’ipotesi psicologica sottostanteè che l’apprendimento non sia una semplice acquisizione di informazioni, ma un processo evolutivo, che vede coinvolti un ambiente e un soggetto. C’è apprendimento quando il soggetto progredisce nel controllo, cioè acquista una padronanza sempre maggiore dell’ambiente, fino a modificarlo. In un ambiente educativo questo passaggio del controllo è, a sua volta, regolato, e anzi progettato esplicitamente perché l’ambiente progressivamente ceda il controllo al soggetto. Per inciso, la valutazione, da questo punto di vista, coincide con un’analisi del processo dal punto di vista del passaggio del controllo. Si traduce nel tentare di dare risposta ad una serie di domande: c’è stato questo passaggio, oppure lo studente è restato ancorato al livello iniziale? Ed è stato continuo, fluido, o troppo brusco? Anticipato, o tardivo? In tutti i soggetti nello stesso momento, o ognuno secondo il proprio ritmo? Ci sono stati dei plateaux e dei gradino, o un climax continuo? E così via.

Questo processo di appropriazione, interiore quanto oggettivo, ha una rappresentazione fedele – nel caso dell’apprendimento di un soggetto collettivo – sul piano del linguaggio che lo accompagna.

Ma allora per capire se c’è stato apprendimento non si deve andare a verificare solo il soggetto (o la classe) ma tutto l’ambiente in cui il processo si è svolto, per andare a valutare come e quanto questo sia cambiato. Non si può valutare l’apprendimento di un soggetto senza andare a valutare l’ambiente in cui il processo si è svolto. E’ stato modificato o è rimasto tale e quale?

Allora la valutazione online non può non riguardare anche il corso, inteso come ambiente costruito per facilitare l’apprendimento.

Non solo perché performances scadenti di tutti, o di una larga parte degli studenti, non possono che essere attribuiti al corso, o nella migliore delle ipotesi ad un errore di specifica dei prerequisiti di ingresso, ma perché la stessa valutazione dello studente non sarebbe completa senza l’analisi di come il corso è stato adattato, modificato, personalizzato dallo studente e dalla classe nel suo complesso. Questa modifica è parte integrante del processo di apprendimento, e non un suo effetto collaterale.

Abbiamo visto in che modo il tutor può servirsi dei dati messi a disposizione da una piattaforma di elearning per valutare l’andamento di un corso online in alcune aree: l’interazione e comunicazione tra i partecipanti e l’acquisizione del controllo dell’ambiente educativo.

Se nessuno degli strumenti descritti può essere visto come una soluzione definitiva al problema della valutazione dell’apprendimento online di un gruppo, un uso intelligente e integrato di essi permette al tutor (e ai corsisti) di avere a disposizione degli indicatori significativi, condivisibili e quantificabili, di alcuni parametri fondamentali del processo di apprendimento del gruppo.

In conclusione, rinunciare alla valutazione di un corso online è rendere un cattivo servizio agli studenti.

Limitarsi a considerare solo i dati relativi alle prove oggettive standard è ignorare la natura cooperativa e dinamica di ogni corso.

Analizzare i dati relativi all’interazione linguistica tra corsisti e tutor ci sembra invece un modo interessante, e nuovo, di aggiungere elementi per la valutazione del processo di apprendimento dell’intera classe, in quanto diverso dalla semplice media degli apprendimenti dei singoli corsisti.

(Quella che avete appena letto è una sintesi di un materiale per la formazione docenti INDIRE del 2006. Sono state espunte le parti più tecniche e i riferimenti agli strumenti; restano le intuizioni più visionarie o ingenue, a seconda dei punti di vista)

1 Il riferimento teorico è qui ovviamente il Cooperative Learning. Per una visione d’insieme, si può leggere questo recente testo di Mario Martinelli In gruppo si impara, Torino, SEI, 2004.

2 L’autovalutazione di gruppo nell’apprendimento in presenza è ancora prassi relativamente relativamente nuova anche nella formazione in presenza. Vedi D.W.Johnson, R.T.Johnson, E. Holubec, Apprendimento cooperativo in classe, Trento, Erickson, 1996.



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