Il nuovo sito PNSD e’ online … o quasi

E’ online il nuovo sito del Piano Nazionale Scuola Digitale.

Tra le news di venerdì 6 maggio 2016 trovo:

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06-05-2016
Piano nazionale scuola digitale
On line il nuovo sito con una veste grafica moderna e una navigazione semplice e intuitiva.

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Ho provato a rendermi conto di persona delle novità e dei vantaggi. Moderno significa che adotta lo stile monocolonna, o quasi, abbandonando il modello “giornale”, con riquadri e finestre (per intenderci, quello di  http://www.istruzione.it/). Sicuramente ci saranno molti meno contenuti nella pagina, anzi con uno schermo piccolo se ne vedono veramente pochi. Ma è responsive e questo è l’importante.

Premessa: se fosse un sito di una qualsiasi amministrazione pubblica, probabimente non ci sarebbe troppo da aspettarsi. Ma qui si tratta della vetrina del Ministero nel momento in cui spinge le scuole ad avanzare sulla strada del digitale. Non  è solo un raccoglitore di contenuti e news, è anche un modello di cosa si intenda, oggi, per comunicazione digitale istituzionale. E in particolare, è un modo per dire alle scuole: ecco, i siti per i docenti si fanno così. Vale la pena esaminarlo da vicino.

Purtroppo il sito è ancora chiaramente incompleto (ma allora perché pubblicarlo? Non si poteva aspettare qualche giorno?).

Ad esempio tutti i link a “Materiali per laFormazione” (cioè l’attesissimo repository di contenuti formativi da usare per la formazione degli animatori digitali, immagino), cioè http://www.formazionepnsd.it/ portano ad una pagina bianca con la scritta desolante:
Sito di prossima pubblicazione

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Aggiornamento del 17 Maggio: ora il sotto-sito sulla Formazione è online. Se volete dare un’occhiata ai primi commenti
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Idem per il link evidentissimo, in rosso “Scarica la app”: porta a http://www.istruzione.it/scuola_digitale/app.shtml, ma qui trovo scritto solo: In arrivo. Però c’è la brochure, una pagina in PDF con le schermate della app. Nella prima però c’è Lorem ipsum dolor sit amet…

La sezione sugli animatori digitali è molto attesa e immagino la più  gettonata in questo momento.
http://www.istruzione.it/scuola_digitale/prog-animatori-digitali.shtml
Anche qui il menù laterale contiene ancora 4 elementi su 9 disattivi (Finanziamenti, Video, Mappa e Gallery). Ripeto, ma che fretta c’era?

La pagina sull’accessibilità non è stata aggiornata, probabilmente si riferisce ad una versione precedente del sito, in Liferay. E in effetti non sono certo che questa versione sia accessibile. Non ho fatto un’analisi precisa, non spetta a me. Chi è interessato può provare con un servizio di validazione come http://achecker.ca/checker/index.php. Però:
I link hanno tutti un “title”, ma che contiene sempre “vai alla pagina”.
Quando il testo del link è “Approfondisci” e il suo contesto si ricava solo dall’immagine precedente (es. Avvisi e Azioni), non si capisce davvero come si possa fare con un browser testuale o con uno screen reader per capire dove porta il link.

Alcune immagini (come questa) hanno una dimensione ragguardevole, ovvero circa 500 kb, 1400×1600; ma nella pagina sono ridimensionate a 150×150. Si potevano ridimensionare prima e ridurre la banda consumata inutilmente?
Peraltro non hanno un’alt, il che rende impossibile capire di cosa parla il link che le segue. Va bene, si può migliorare.

Passo alla sezione Schoolkit, forse la più interessante (in attesa della Formazione).

http://schoolkit.istruzione.it/

CHE COSA SONO: Modelli di istruzioni per accompagnare le scuole nell’attuazione del Piano Nazionale Scuola Digitale.
A COSA SERVONO: Rispondono a una domanda chiara e aiutano a risolvere un problema o sviluppare una pratica innovativa

In pratica, i kit sono delle schedine, categorizzate per Titolo, Produttore e Sezione (tre: Formazione, Competenze, Strumenti).
I produttori sono MIUR, Partner istituzionali o privati, Comunità Scolastica. Di questi però non esiste una pagina che spieghi chi sono, o almeno io non l’ho trovata.

Nelle schede ci sono altre informazioni (ma nel testo, non come campi o tag separati), ovvero l’azione del Piano cui si riferisce, chi li ha prodotti, quali destinatari, la tipologia di scuola, la descrizione. E la sintesi in un tweet, con tanto di hashtag (es. #cooperativelearning).
Il sito delle schede è realizzato in WordPress (ma perché non c’è scritto?). Dichiarazione di accessibilità? Qui non è dato sapere, fate la prova.

La ricerca è full text su tutto il sito, e forse non potrebbe essere diversamente. In pratica significa che se cerco “wordpress” rischio di trovare una scheda che non parla affatto dell’uso di wordpress per la didattica, ma che contiene un link ad un blog su WordPress.com.
I termini vengono cercati in AND – forse sarebbe stato utile spiegarlo. Vuol dire che se cerco “wordress drupal” non trovo le schede che parlano di WordPress o di Drupal, ma solo quelle che parlano di entrambi.
Peraltro per effettuare una ricerca bisogna tornare nella home page della sezione. Ma dov’è il link?

E’ vero che le schede per ora sono solo 12, ma sarebbe stato utile un sistema di ricerca un po’ più moderno, per selezioni successive, a “faccette” (p.es Strumenti/Infanzia/Laboratori). Magari includendo gli hashtag, altrimenti che ci stanno a fare?

Le schede si possono scaricare in PDF, il che è mediamente utile, a meno che non si vogliano stampare. Stampare?

Mi domando anche come funzioni il processo di pubblicazione: c’è qualcuno che valida le schede ricevute? Sembrerebbe di si, a giudicare dalle istruzioni per inviare una proposta, http://schoolkit.istruzione.it/invia-uno-schoolkit/ e dal modello di scheda http://schoolkit.istruzione.it/wp-content/uploads/2016/03/Form_COMESCRIVEREUNOSCHOOLKIT.odt.

Prendo una scheda a caso, la prima: http://schoolkit.istruzione.it/schoolkit/creare-un-archivio-condiviso-materiali-didattici/

Il tema è molto interessante, almeno per me. Ci sono tante questioni aperte: cosa inserire, come (meglio linkare o copiare?), come gestire gli aggiornamenti, come gestire la pubblicazione. C’è la questione apertissima del rapporto tra diversi archivi (locale, territoriale, nazionale, europeo…) e degli standard da adottare, delle lingue da usare nelle descrizioni. Insomma, un mondo.

Leggo nella scheda:

“Un repository si basa appunto su un modello di co-produzione quando promuove una produzione collaborativa delle  risorse, offrendo uno spazio in cui condividere e scambiare materiali, dove gli utenti sono sia autori che  consumatori dei materiali.”

Bene. Non è solo un archivio, c’è intorno una comunità, si discute, si commenta.

“Sicuramente sarebbe opportuno creare una netta separazione tra ciò che è fruibile dai docenti e ciò che può essere anche utilizzato dagli studenti (come schemi, mappe precostituite, link catalogati per destinazione d’uso)”

Certo. Anche se una fluidità maggiore non guasterebbe…

“La catalogazione deve essere chiara, con il materiale ben distinto in categorie diverse e raggiungibile attraverso la funzione cerca.”

Beh, ci mancherebbe altro.

“Il repository deve avere un suo regolamento condiviso da tutti e accettato da chi entra nella sezione per fruire del materiale, bisogna individuare quindi, anche una policy di riutilizzo delle risorse individuate (eventuale licenze d’uso, utilizzo di immagini non coperte da copyright), il diritto d’autore su materiale prodotto (scelta di rendere libero il proprio materiale prodotto con il solo vincolo di citare la fonte, cioè l’autore originale dell’attività didattica, del progetto)”

Un po’ poco per una policy… Sembra più un riassunto, ma si può davvero fare una policy con queste indicazioni? Non è chiarissima tutta la questione del licensing (“eventuali licenze, immagini non coperte da copyrigh, diritto d’autore, materiali liberi…”: per tutto questo esistono delle linee guida, delle licenze. Magari sarebbe utile segnalarle).

Tra parentesi, la stessa sezione degli schoolkit avrebbe potuto essere un modello di archivio, ma mancano molte caratteristiche indicate nella scheda. Si, la licenza delle schede è CC  BY SA 3.0 (dal 2013 però le licenze Creative Commons sono alla versione 4.0…). Bene: significa che ogni scheda si può riusare, anche a scopo commerciale, purché resti invariata la licenza e si citi l’autore. Solo che BY è difficile da applicare se non c’ è un’indicazione precisa dell’autore.

Ah, nel footer di tutto il resto del  sito “scuola digitale” è invece scritto Tutti i diritti riservati © 2016. E alla pagina http://hubmiur.pubblica.istruzione.it/web/hub/note_legali si dice “Per fini di lucro è consentito utilizzare, copiare e distribuire i documenti e le relative immagini disponibili su questo sito solo dietro permesso scritto (o egualmente valido a fini legali) del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, fatte salve eventuali spettanze di diritto.” Insomma, CC o no? Boh, bisognerà chiedere ad un legale.

 

Continuo a leggere, ma purtroppo non trovo nessun link a schemi di catalogazione standard o a buone pratiche, ad esempi esistenti di repository scolastici o a progetti europei, come RSP (http://www.rsp.ac.uk/start/). Vado allora al punto degli strumenti.
“Il repository puà essere condiviso:

  •  sito della scuola (creando un apposito spazio riservato ai docenti)
  •  un servizio cloud (dropbox, google drive)
  • una piattaforma di e-learning (moodle, fidenia, edmodo per interagire con i docenti della scuola)
  •  un eventuale sito/repository con accesso per i docenti (creazione di un sito esterno collegato al sito della scuola attraverso un banner in home).”

Ovvero non è indicato nessuno strumento specifico per i repository di risorse, che so,  Fedora http://fedorarepository.org) o Dspace (http://dspace.org/).  O almeno una piattaforma come ILIAS che è centrata proprio sul repository di contenuti e permette di catalogare in maniera fine i materiali. Come si fa con Dropbox a categorizzare i materiali? E a gestire le licenze, l’accesso separato docenti/studenti? E come ci si collega ad altri archivi, di altre scuole per una ricerca federata, o per evitare inutili doppioni? O un archivio è solo una cartella piena di file?

Tra i link utili c’e una guida a Wix (su Youtube), degli esempi di siti fatti con Wix (quello della scuola che propone la scheda). Ma perché un servizio commerciale come Wix? Per chi non lo sapesse, Wix è un’azienda con sede a Tel Aviv e uffici in USA e Lituania che offre un servizio di pubblicazione di siti facile e gratuito. E che c’entra con un archivio di materiali didattici? Mi sfugge qualcosa sicuramente.

Le risorse necessarie sono tutte interne. Costi: zero. Meno male.

Ora, tanto rispetto per chi ha proposto la scheda, ma di lavoro da fare per renderla utile ad una scuola che voglia costruire un archivio  condiviso di materiali didattici, ce n’è. Prima di pubblicarla in fretta e furia, si poteva migliorarla un po’.  O forse il problema sono le dimensioni: più di quello che c’è scritto non ci poteva stare nel modello.

E allora la questione è più seria: ma ha senso una scheda che spieghi in due parole come si fa un archivio di materiali didattici? E’ un argomento del tipo trattabile con un  “how to”? Guarda è facile, clicca qui e poi qui… Non serve nessun riferimento alle motivazioni, agli obiettivi, ai modelli d’uso? Davvero una scheda così “aiuta a risolvere un problema o sviluppare una pratica innovativa”?

 

Insomma, credo che il nuovo sito PNSD abbia ancora parecchio cammino da fare.


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Commenti

Una risposta a “Il nuovo sito PNSD e’ online … o quasi”

  1. […] bagaglio, pieno di buona volontà, vado a vedere come è fatto e cosa contiene il sito che fino a ieri era fantasma. Giuro, senza preconcetti. Il sito è fatto con WordPress. Perché […]